Avere un blog è avere un giardino. Qualcuno se ne prenderà cura gelosamente decidendo di non aprire mai il cancello, lasciandolo ammirare solo da dietro le inferriate, altri invece lasceranno entrare tutti condividendo con loro momenti molto importanti. un blog è come un giardino. Per alcuni segreto e per altri un parco pubblico, ma pur sempre un giardino che ci piace far ammirare.
sabato 31 marzo 2012
lunedì 26 marzo 2012
domenica 25 marzo 2012
Joey Dunlop
Dunlop può essere considerato uno tra i più grandi piloti motociclistici di tutti i tempi. La sua specialità erano le corse su strada e in particolare il TT che si svolge ogni anno sull'Isola di Man. In questa gara, in cui debuttò nel 1976 e spesso si cimentò in più categorie, le sue vittorie furono ventisei[1] e altre quattordici volte finì sul podio[2]. Per moltissimi anni legato alla Honda, con le moto della casa giapponese conquistò anche cinque titoli mondiali consecutivi nella classe TT Formula 1, perdendo il sesto per soli tre punti, venendo battuto da Virginio Ferrari e la sua Bimota YB4 nel 1987. Per i suoi meriti sportivi è stato insignito, nel 1986, con il titolo di MBE (Member of British Empire).
Lasciò sua moglie Linda e i suoi cinque figli: Julie, Donna, Gary, Richard e Joanne. Anche suo fratello Robert è morto in un incidente in pista il 15 maggio 2008.
Dunlop morì in una gara su strada che si svolgeva a Tallinn, Estonia. In quel momento era al comando della gara delle 125 cc dopo avere vinto nelle classi 600 cc e 750 cc. Sembra che abbia perso il controllo della sua moto a causa del manto stradale bagnato e la morte, istantanea, sia avvenuta a causa dell'urto contro gli alberi. Come segno di rispetto poche ore dopo questo luttuoso evento anche il sito del governo estone ospitò un omaggio a Dunlop. La televisione dell'Irlanda del Nord trasmise in diretta le esequie alle quali parteciparono numerosissime persone e per l’occasione in Irlanda del Nord fu dichiarato un giorno di pace nazionale e questo fu il primo, e finora unico, giorno di pace nazionale in un secolo di conflitti. La sua città natale gli ha dedicato un parco.
Dunlop era molto superstizioso: durante le gare indossava sempre una maglietta rossa e un casco con livrea gialla bordata da filetti neri, divenuto per gli appassionati di motociclismo una sorta di icona.
Lasciò sua moglie Linda e i suoi cinque figli: Julie, Donna, Gary, Richard e Joanne. Anche suo fratello Robert è morto in un incidente in pista il 15 maggio 2008.
Dunlop morì in una gara su strada che si svolgeva a Tallinn, Estonia. In quel momento era al comando della gara delle 125 cc dopo avere vinto nelle classi 600 cc e 750 cc. Sembra che abbia perso il controllo della sua moto a causa del manto stradale bagnato e la morte, istantanea, sia avvenuta a causa dell'urto contro gli alberi. Come segno di rispetto poche ore dopo questo luttuoso evento anche il sito del governo estone ospitò un omaggio a Dunlop. La televisione dell'Irlanda del Nord trasmise in diretta le esequie alle quali parteciparono numerosissime persone e per l’occasione in Irlanda del Nord fu dichiarato un giorno di pace nazionale e questo fu il primo, e finora unico, giorno di pace nazionale in un secolo di conflitti. La sua città natale gli ha dedicato un parco.
Dunlop era molto superstizioso: durante le gare indossava sempre una maglietta rossa e un casco con livrea gialla bordata da filetti neri, divenuto per gli appassionati di motociclismo una sorta di icona.
venerdì 23 marzo 2012
lunedì 19 marzo 2012
Il Gondoliere...
I gondolieri
Collerici e violenti, astuti e gentili, parlatori instancabili e filosofi. Chi sono i gondolieri? Attaccati alla sua gondola e alla loro laguna, amanti del bel vivere e lavoratori instancabili. Il Goldoni diceva che i gondolieri sono i veri amanti di Venezia pronti a menar le mani solo a sentire parlar male della loro città. Proverbiale è la calma dei gesti del gondoliere, probabilmente dovuta dal loro muoversi lentamente nelle acque o dallo scirocco che spesso non aiuta di certo a volersi agitare tanto per nulla.
I gondolieri di un tempo erano al servizio del loro padrone, godevano di stipendio fisso, a volte anche di alloggio, conoscevano tutti i segreti della casa ed erano molto fedeli.
Ai gondolieri si attribuiscono molte astuzie come quella di far procedere la barca fortemente inclinata o simulando un'instabilità generale per far capire al passeggero che se non cadeva in acqua era merito del gondoliere. aspettandosi alla fine una buona mancia.
Venezia è sempre stata una città ricca. Il commercio, la lungimiranza dei nostri avi, nessuna guerra interna e nessuna carestia hanno fatto di Venezia una città invidiata da tutto il modo conosciuto. E con il benessere cresceva anche la voglia di esibirsi nel lusso più sfrenato e nel bisogno del superfluo.
Nel 1334 addirittura si pensò di istituire un consiglio di Savi chiamato “Provveditori sopra le Pompe” che cercavano di “reprimere le vanità”. Ma questo non bastava perché i “fanti” che dovevano far rispettare le leggi venivano derisi e ingiuriati da tutti col tiro di arance marce.Le nobildonne veneziane spendevano cifre spaventose per l’acconciatura delle loro chiome, portavano dei zoccoli con dei tacchi alti anche un metro per “non infangarsi nelle strade non selciate”, portavano scollature sempre più audaci, collane e gioielli sempre più grandi e ridicoli.Il lusso della gondola procede di pari passo con quello della casa e delle vesti tanto da far decretare al Governo: “Sono proibiti li feri da gondola che non siano schietti, i felzi de seda, i tressi doradi dipinti o intagliati”. E’ uno dei primi provvedimenti che avvieranno la gondola a forme più semplici, non più a colori sgargianti ma tutta dipinta di nero come la vediamo oggi.Le pene che venivano date ai trasgressori erano molto severe: andavano dal carcere per 5 anni in una cella buia, al remo forzato in una galea per un anno e mezzo, alla multa di anche 200 ducati.
Le leggi non si limitavano a colpire soltanto la gondola ma anche lo sfarzo dei gondolieri. I gondolieri “de casada”, quelli al servizio dei nobili loro padroni, portavano abiti in seta rossa con ricami in oro e argento e cappello in velluto nero; oppure giacche in seta, scarpe bianche, calzoni corti e una lunga sciarpa rossa. Con il tempo e con i freni dati dai Provveditori sopra le pompe anche i gondolieri si adeguarono vestendosi però con giacche a fiori, camicie colorate e le calze rigate.Ma come sono oggi i gondolieri? Hanno l'abitudine di parlare a voce alta sia in divisa, sia in borghese, come per ribadire il loro forte carisma ereditato. Ma non esageriamo e vediamoli ancora una volta come persone semplici, istintive e schiette. Ultimamente si sono aggiunti altri tipi di gondoliere: giovani, ben educati, atleti e colti, che si fatica a riconoscere come gondolieri se non dal fatto che indossano i pantaloni neri nelle strade che vanno da casa al lavoro. L' immagine di uomo forte quindi si mischia con la gentilezza e voglia di curare nel miglior dei modi il proprio lavoro anche se la vicinanza con il "vecio gondolier" li fa zoppicare un po'.
Collerici e violenti, astuti e gentili, parlatori instancabili e filosofi. Chi sono i gondolieri? Attaccati alla sua gondola e alla loro laguna, amanti del bel vivere e lavoratori instancabili. Il Goldoni diceva che i gondolieri sono i veri amanti di Venezia pronti a menar le mani solo a sentire parlar male della loro città. Proverbiale è la calma dei gesti del gondoliere, probabilmente dovuta dal loro muoversi lentamente nelle acque o dallo scirocco che spesso non aiuta di certo a volersi agitare tanto per nulla.
I gondolieri di un tempo erano al servizio del loro padrone, godevano di stipendio fisso, a volte anche di alloggio, conoscevano tutti i segreti della casa ed erano molto fedeli.
Ai gondolieri si attribuiscono molte astuzie come quella di far procedere la barca fortemente inclinata o simulando un'instabilità generale per far capire al passeggero che se non cadeva in acqua era merito del gondoliere. aspettandosi alla fine una buona mancia.
Venezia è sempre stata una città ricca. Il commercio, la lungimiranza dei nostri avi, nessuna guerra interna e nessuna carestia hanno fatto di Venezia una città invidiata da tutto il modo conosciuto. E con il benessere cresceva anche la voglia di esibirsi nel lusso più sfrenato e nel bisogno del superfluo.
Nel 1334 addirittura si pensò di istituire un consiglio di Savi chiamato “Provveditori sopra le Pompe” che cercavano di “reprimere le vanità”. Ma questo non bastava perché i “fanti” che dovevano far rispettare le leggi venivano derisi e ingiuriati da tutti col tiro di arance marce.Le nobildonne veneziane spendevano cifre spaventose per l’acconciatura delle loro chiome, portavano dei zoccoli con dei tacchi alti anche un metro per “non infangarsi nelle strade non selciate”, portavano scollature sempre più audaci, collane e gioielli sempre più grandi e ridicoli.Il lusso della gondola procede di pari passo con quello della casa e delle vesti tanto da far decretare al Governo: “Sono proibiti li feri da gondola che non siano schietti, i felzi de seda, i tressi doradi dipinti o intagliati”. E’ uno dei primi provvedimenti che avvieranno la gondola a forme più semplici, non più a colori sgargianti ma tutta dipinta di nero come la vediamo oggi.Le pene che venivano date ai trasgressori erano molto severe: andavano dal carcere per 5 anni in una cella buia, al remo forzato in una galea per un anno e mezzo, alla multa di anche 200 ducati.
Le leggi non si limitavano a colpire soltanto la gondola ma anche lo sfarzo dei gondolieri. I gondolieri “de casada”, quelli al servizio dei nobili loro padroni, portavano abiti in seta rossa con ricami in oro e argento e cappello in velluto nero; oppure giacche in seta, scarpe bianche, calzoni corti e una lunga sciarpa rossa. Con il tempo e con i freni dati dai Provveditori sopra le pompe anche i gondolieri si adeguarono vestendosi però con giacche a fiori, camicie colorate e le calze rigate.Ma come sono oggi i gondolieri? Hanno l'abitudine di parlare a voce alta sia in divisa, sia in borghese, come per ribadire il loro forte carisma ereditato. Ma non esageriamo e vediamoli ancora una volta come persone semplici, istintive e schiette. Ultimamente si sono aggiunti altri tipi di gondoliere: giovani, ben educati, atleti e colti, che si fatica a riconoscere come gondolieri se non dal fatto che indossano i pantaloni neri nelle strade che vanno da casa al lavoro. L' immagine di uomo forte quindi si mischia con la gentilezza e voglia di curare nel miglior dei modi il proprio lavoro anche se la vicinanza con il "vecio gondolier" li fa zoppicare un po'.
Ponte dei Sospiri
Il Ponte dei Sospiri è costruito in pietra d'Istria, in stile barocco, e fu realizzato agli inizi del XVII secolo su progetto dell'architetto Antonio Contin figlio di Bernardino Contin per ordine del doge Marino Grimani, il cui stemma vi è scolpito.
Questo caratteristico ponte di Venezia, situato a poca distanza da Piazza San Marco, scavalca il Rio di Palazzo collegando con un doppio passaggio il Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove, il primo edificio al mondo costruito per essere appositamente una prigione. Serviva da passaggio per i reclusi dalle suddette Prigioni agli uffici degli Inquisitori di Stato per essere giudicati.
Conosciuto in tutto il mondo, è fotografato dai turisti provenienti da ogni dove, dai soli due posti dai quali è osservabile, (oltre che dalle gondole) cioè dal Ponte della Canonica e dal Ponte della Paglia. Gli è stato attribuito questo nome perché la leggenda vuole che, ai tempi della Serenissima, i prigionieri, attraversandolo, sospirassero davanti alla prospettiva di vedere per l'ultima volta il mondo esterno. La leggenda però è totalmente priva di fondamento, anche perché dall'interno del ponte la visuale verso l'esterno è pressoché nulla. Il termine sospiri sta ad indicare solamente l'ultimo respiro che i condannati emettevano nel mondo libero perché una volta condannati nella Repubblica dei Dogi non si poteva tornare indietro
Questo caratteristico ponte di Venezia, situato a poca distanza da Piazza San Marco, scavalca il Rio di Palazzo collegando con un doppio passaggio il Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove, il primo edificio al mondo costruito per essere appositamente una prigione. Serviva da passaggio per i reclusi dalle suddette Prigioni agli uffici degli Inquisitori di Stato per essere giudicati.
Conosciuto in tutto il mondo, è fotografato dai turisti provenienti da ogni dove, dai soli due posti dai quali è osservabile, (oltre che dalle gondole) cioè dal Ponte della Canonica e dal Ponte della Paglia. Gli è stato attribuito questo nome perché la leggenda vuole che, ai tempi della Serenissima, i prigionieri, attraversandolo, sospirassero davanti alla prospettiva di vedere per l'ultima volta il mondo esterno. La leggenda però è totalmente priva di fondamento, anche perché dall'interno del ponte la visuale verso l'esterno è pressoché nulla. Il termine sospiri sta ad indicare solamente l'ultimo respiro che i condannati emettevano nel mondo libero perché una volta condannati nella Repubblica dei Dogi non si poteva tornare indietro
orologio della torre di san Marco a Venezia
i segni rappresentati si rifanno al sistema zodiacale pre-romano nel quale le costellazioni dello Scorpione e della Bilancia erano unite in una sola (che occupava quindi un maggior spazio nella fascia zodiacale). Ancora oggi infatti le due parti della costellazione della Bilancia sono dette "chela nord" e "chela sud".
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