martedì 10 aprile 2012

colpo di tacco...

Il colpo di tacco non è una prerogativa solo dei calciatori, ma da sempre lo è anche per i gondolieri di Venezia. Come "colpo di tacco" del gondoliere si può definire quel movimento fatto con il piede volto ad evitare che la propria imbarcazione possa toccare i muri dei palazzi che lambiscono i canali, con conseguente spinta della gamba dalla parete verso il centro del "rio". Il colpo di tacco del gondoliere viene effettuato sempre e comunque con il piede sinistro, poiché è la fiancata sinistra della gondola che rischia il contatto con i muri a picco sui rii di Venezia. Le scuole di pensiero a tal proposito sono due. La prima sostiene che se un gondoliere è davvero bravo non ha bisogno di effettuare il colpo di tacco, e che egli dovrebbe essere sempre in grado di condurre la gondola senza toccare con il piede sinistro i muri dei canali. La seconda afferma che invece il colpo di tacco richiede notevole abilità ed equilibrio per non cadere in acqua, quindi è lecito. Forse il colpo di tacco del gondoliere non sarà così spettacolare come quello di un calciatore, ma è sicuramente efficace e soprattutto non fallisce mai. In situazioni di equilibrio precario o di manovre affrettate un mancato appoggio potrebbe portare ad uno sbilanciamento e ad una caduta in acqua del gondoliere, il che sarebbe oltremodo imbarazzante per tutta la categoria. Speriamo naturalmente di non dover mai documentare un simile evento, anche perché confidiamo nella grande professionalità dei gondolieri. Essi infatti non fanno mai delle manovre inutili o azzardate che potrebbero compromettere la stabilità dell'imbarcazione, puntando sempre sull'incolumità dei passeggeri. Anzi, quando i turisti salgono in gondola, la prima cosa che il gondoliere chiede è che essi si dispongano in maniera tale che il loro peso sia bilanciato. Il colpo di tacco del gondoliere comunque non è un gesto raro, lo si può vedere decine di volte in un giorno lungo i canali della città, in special modo dopo una svolta a destra, "stagando", come si dice in veneziano.

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