Nato a Long An in Vietnam, Nick Út inizia a lavorare come fotografot per la Associated Press all'età di sedici anni, dopo che suo fratello maggiore Huynh Thanh My, anch'egli fotografo della Asoociated Press, era stato ucciso in Vietnam. Il suo lavoro più famoso è senz'altro la fotografia scattata a Kim Phúc, una bambina di nove anni nuda e gravemente ustionata, in fuga dal suo villaggio che era stato attaccato da un bombardamento al napalm, durante la guerra in Vietnam. La fotografia vinse il premio Pulitzer.[1]
Avere un blog è avere un giardino. Qualcuno se ne prenderà cura gelosamente decidendo di non aprire mai il cancello, lasciandolo ammirare solo da dietro le inferriate, altri invece lasceranno entrare tutti condividendo con loro momenti molto importanti. un blog è come un giardino. Per alcuni segreto e per altri un parco pubblico, ma pur sempre un giardino che ci piace far ammirare.
lunedì 26 settembre 2011
martedì 20 settembre 2011
lunedì 19 settembre 2011
La storia di Anne
Siamo intorno al 1890 e il corpo di una giovane donna annegata nella Senna riposa tra pezzi di ghiaccio in un obitorio vicino a Notre Dame. E’ bellissima, il suo viso sembra sorrida come quello di Monna Lisa. Il personale della struttura continua a tenerla esposta perché qualcuno riesca ad identificarla, ma il tempo passa e, nonostante tantissime persone si accalchino per ammirarla, la donna non viene riconosciuta. A qualcuno viene l’idea di fare un calco di quel volto bellissimo e sorridente per difenderlo dal tempo che passa. Anche molti artisti rimangono affascinati da quel viso e da quel sorriso. Vengono pubblicate romantiche congetture sul mistero di questa ragazza: secondo una di queste la causa della sua morte era stata un amore non corrisposto. La storia di questa ragazza circola in tutta Europa, e così pure le riproduzioni del suo calco funebre. Si legge di uno scrittore: <<…..il volto sorrideva, emanando un senso di grande pace interiore, ma al tempo stesso un’ombra di inganno. Se distoglievi lo sguardo da lei per un momento, e poi tornavi a guardarla, sembrava sorridere tra sé e sé dopo aver aperto gli occhi a tua insaputa ed averli richiusi appena in tempo……>>. Vengono prodotti romanzi, opere teatrali, films sulla “ Sconosciuta della Senna” ma nessuno, nonostante tutte le ricerche, è riuscito nell’identificazione. Secondo un critico d’arte …..i suoi capelli sono quelli di una contadina, una commessa o una vagabonda. Il suo è uno di quei visi che si vedono alla cassa di un negozio male illuminato, o tra le bancarelle di una piccola città. Dietro il suo dramma segreto si nascondono generazioni di quiete di provincia. E’ anche possibile pensare che si tratti semplicemente di una leggenda che però è diventata utilissima nella realtà. Nel 1958 Peter Safar, medico austriaco emigrato a Baltimora, pubblica una innovativa tecnica di soccorso per le vittime di arresto cardiaco unendo la respirazione bocca a bocca alle compressioni toraciche. E’ la nascita ufficiale della Rianimazione Cardiopolmonare che consente di far arrivare ossigeno al cervello e al cuore per tenere vivi i tessuti in attesa di un defibrillatore che possa correggere il problema elettrico del muscolo cardiaco. E’ una tecnica efficace ma complicata che rende necessario qualcosa su cui esercitarsi prima di farlo sulle persone che realmente ne hanno bisogno. Il dottor Safar contatta il Sig. Laerdal che in Norvegia produce giocattoli e bambole in vinile. Laerdal ricorda la storia della Sconosciuta della Senna, costruisce un manichino con il suo volto e lo battezza con il nome Resusci-Anne. Adesso questo manichino viene usato in tutto il mondo, aiuta i soccorritori ad imparare le tecniche della rianimazione cardiopolmonare e della defibrillazione e la Ragazza della Senna è diventata immortale.......
martedì 13 settembre 2011
John Titor (... – ...) è un sedicente crononauta che si è fatto conoscere pubblicamente attraverso alcuni forum di Internet ad accesso libero.
Il suo primo post, con nickname TimeTravel_0, è del 2 novembre 2000 sul forum del sito web del Time Travel Institute[1], che, diversamente da quanto suggerisce il nome, è un semplice gruppo di appassionati sulla tematica del viaggio nel tempo e non un istituto di ricerca scientifica sul viaggio nel tempo. Il suo ultimo post, dopo aver annunciato il rientro nel proprio tempo, è invece del 24 marzo 2001.
Ciò che ha reso popolare John Titor a livello internazionale attraverso il tam-tam di Internet, tanto da attirare l'attenzione dei media tradizionali, a partire dal 2004 anche italiani (come le riviste Nexus - New times e Focus e il programma televisivo Voyager - Ai confini della conoscenza), sono state le sue dichiarazioni su come è possibile realizzare il viaggio nel tempo e soprattutto sui futuri avvenimenti mondiali in quanto crononauta proveniente dal futuro. A prescindere infatti dalla veridicità o falsità di quanto affermato dall'utente di Internet presentatosi come John Titor, il suo passaggio su Internet ha alimentato molte discussioni su di lui e sul futuro dell'umanità.
Il suo primo post, con nickname TimeTravel_0, è del 2 novembre 2000 sul forum del sito web del Time Travel Institute[1], che, diversamente da quanto suggerisce il nome, è un semplice gruppo di appassionati sulla tematica del viaggio nel tempo e non un istituto di ricerca scientifica sul viaggio nel tempo. Il suo ultimo post, dopo aver annunciato il rientro nel proprio tempo, è invece del 24 marzo 2001.
Ciò che ha reso popolare John Titor a livello internazionale attraverso il tam-tam di Internet, tanto da attirare l'attenzione dei media tradizionali, a partire dal 2004 anche italiani (come le riviste Nexus - New times e Focus e il programma televisivo Voyager - Ai confini della conoscenza), sono state le sue dichiarazioni su come è possibile realizzare il viaggio nel tempo e soprattutto sui futuri avvenimenti mondiali in quanto crononauta proveniente dal futuro. A prescindere infatti dalla veridicità o falsità di quanto affermato dall'utente di Internet presentatosi come John Titor, il suo passaggio su Internet ha alimentato molte discussioni su di lui e sul futuro dell'umanità.
Diamont
Si pensa che i diamanti siano stati inizialmente riconosciuti ed estratti in India, dove furono trovati significativi depositi alluvionali della pietra lungo i fiumi Penner, Krishna e Godavari. Qui i diamanti erano utilizzati nelle icone religiose, ed è probabile che fossero noti e considerati preziosi già 6000 anni fa.[1] Si trovano infatti riferimenti ai diamanti nei testi in sanscrito: l'Arthashastra di Kautilya ne menziona il commercio,[2] opere buddiste, dal IV secolo a.C. in poi descrivono il diamante come pietra molto nota e preziosa, anche se non contengono indicazioni circa le tecniche di taglio.[3]
Un altro testo indiano, scritto all'inizio del III secolo descrive la resistenza, la regolarità, la brillantezza, la capacità di graffiare i metalli e le buone proprietà di rifrazione come qualità desiderabili di un diamante[4].
Golconda fu uno dei principali mercati diamantiferi e per secoli il suo nome fu sinonimo di ricchezza.
I diamanti giunsero nella Roma antica dall'India e vi sono chiari riferimenti circa il loro utilizzo come strumenti d'incisione.[5][6] Un'opera cinese del III secolo a.C. cita: «Gli stranieri li indossano [i diamanti] nella convinzione che essi possano allontanare da loro gli influssi maligni».[4]
I cinesi, che non hanno trovato i diamanti nel loro paese, inizialmente non li hanno considerati come gioielli mentre da secoli viene apprezzata la giada.[4]
Fino al XVIII secolo i diamanti provenivano esclusivamente dall'India o dal Borneo e solo nel 1725 in Brasile, nello stato di Minas Gerais, furono trovati i primi campioni di diamante provenienti dal Sudamerica e successivamente, nel 1843, fu rinvenuto il carbonado, un aggregato microcristallino di diamante, di colore bruno-nero, impiegato nell'industria.
Il primo ritrovamento in Sudafrica avvenne nel 1867, nei pressi delle sorgenti dell'Orange, e fino al 1871 vennero sfruttati unicamente i giacimenti di tipo alluvionale.
In seguito si scoprì l'esistenza dei camini diamantiferi dei quali il più noto è costituito dalla miniera di Kimberley, dalla quale prende il nome la roccia madre del diamante: la kimberlite.
Nel Settecento sono stati scoperti giacimenti nel Borneo, ciò che diede inizio al commercio del diamante nel sud-est asiatico. Con l'esaurimento delle risorse indiane, avvengono significative scoperte in Brasile (1725) e Sud Africa (Kimberley, 1867).[7] Il Sud Africa divenne quindi il principale centro mondiale per la ricerca e quindi la produzione di questa preziosissima gemma.[7]
La popolarità dei diamanti è aumentata a partire dal XIX secolo grazie alla maggiore offerta, al miglioramento delle tecniche di taglio e lucidatura, alla crescita dell'economia mondiale e anche grazie ad innovative campagne pubblicitarie di successo.[8] Nel 1813, Humphry Davy usò una lente per concentrare i raggi del sole su un diamante in un ambiente di ossigeno e dimostrò che l'unico prodotto della combustione era il biossido di carbonio, provando così che il diamante è un composto di carbonio. In seguito egli dimostrò che in un ambiente privo di ossigeno il diamante si converte in grafite.[9]
Un altro testo indiano, scritto all'inizio del III secolo descrive la resistenza, la regolarità, la brillantezza, la capacità di graffiare i metalli e le buone proprietà di rifrazione come qualità desiderabili di un diamante[4].
Golconda fu uno dei principali mercati diamantiferi e per secoli il suo nome fu sinonimo di ricchezza.
I diamanti giunsero nella Roma antica dall'India e vi sono chiari riferimenti circa il loro utilizzo come strumenti d'incisione.[5][6] Un'opera cinese del III secolo a.C. cita: «Gli stranieri li indossano [i diamanti] nella convinzione che essi possano allontanare da loro gli influssi maligni».[4]
I cinesi, che non hanno trovato i diamanti nel loro paese, inizialmente non li hanno considerati come gioielli mentre da secoli viene apprezzata la giada.[4]
Fino al XVIII secolo i diamanti provenivano esclusivamente dall'India o dal Borneo e solo nel 1725 in Brasile, nello stato di Minas Gerais, furono trovati i primi campioni di diamante provenienti dal Sudamerica e successivamente, nel 1843, fu rinvenuto il carbonado, un aggregato microcristallino di diamante, di colore bruno-nero, impiegato nell'industria.
Il primo ritrovamento in Sudafrica avvenne nel 1867, nei pressi delle sorgenti dell'Orange, e fino al 1871 vennero sfruttati unicamente i giacimenti di tipo alluvionale.
In seguito si scoprì l'esistenza dei camini diamantiferi dei quali il più noto è costituito dalla miniera di Kimberley, dalla quale prende il nome la roccia madre del diamante: la kimberlite.
Nel Settecento sono stati scoperti giacimenti nel Borneo, ciò che diede inizio al commercio del diamante nel sud-est asiatico. Con l'esaurimento delle risorse indiane, avvengono significative scoperte in Brasile (1725) e Sud Africa (Kimberley, 1867).[7] Il Sud Africa divenne quindi il principale centro mondiale per la ricerca e quindi la produzione di questa preziosissima gemma.[7]
La popolarità dei diamanti è aumentata a partire dal XIX secolo grazie alla maggiore offerta, al miglioramento delle tecniche di taglio e lucidatura, alla crescita dell'economia mondiale e anche grazie ad innovative campagne pubblicitarie di successo.[8] Nel 1813, Humphry Davy usò una lente per concentrare i raggi del sole su un diamante in un ambiente di ossigeno e dimostrò che l'unico prodotto della combustione era il biossido di carbonio, provando così che il diamante è un composto di carbonio. In seguito egli dimostrò che in un ambiente privo di ossigeno il diamante si converte in grafite.[9]
numeri felici
Un numero felice è definito tramite il seguente processo. Partendo con un qualsiasi numero intero positivo, si sostituisca il numero con la somma dei quadrati delle sue cifre, e si ripeta il processo fino a quando si ottiene 1 (dove ulteriori iterazioni porteranno sempre 1), oppure si entra in un ciclo che non include mai 1. I numeri per cui tale processo dà 1 sono numeri felici, mentre quelli che non danno mai 1 sono numeri infelici. Una ricerca su calcolatore fino a 1020 ha fatto ipotizzare che circa il 12% dei numeri sia felice, sebbene non esista ancora dimostrazione di ciò. È comunque evidente che i numeri felici sono infiniti.
Dato un numero n = n0, si definisca una sequenza n1, n2, ... dove ni + 1 è la somma dei quadrati delle cifre di ni. Allora n è felice se e solo se questa sequenza porta a 1.
Se un numero è felice, allora tutti i numeri della sua sequenza sono felici; se un numero è infelice, tutti i numeri della sua sequenza sono infelici.
Ad esempio, 7 è felice, e la sequenza ad esso associata è:
A giugno 2007, il più grande primo felice conosciuto (che è anche il dodicesimo primo più grande conosciuto) è 4847 × 23321063 + 1. La sua espansione decimale ha 999.744 cifre. Tale numero è stato scoperto nel 2005 da Richard Hassler nell'ambito del progetto di calcolo distribuito Seventeen or Bust[1] [2], mentre Jens K. Andersen lo ha identificato come più grande primo felice conosciuto nel giugno 2007.
Dato un numero n = n0, si definisca una sequenza n1, n2, ... dove ni + 1 è la somma dei quadrati delle cifre di ni. Allora n è felice se e solo se questa sequenza porta a 1.
Se un numero è felice, allora tutti i numeri della sua sequenza sono felici; se un numero è infelice, tutti i numeri della sua sequenza sono infelici.
Ad esempio, 7 è felice, e la sequenza ad esso associata è:
- 72 = 49
- 42 + 92 = 97
- 92 + 72 = 130
- 12 + 32 + 02 = 10
- 12 + 02 = 1.
- 1, 7, 10, 13, 19, 23, 28, 31, 32, 44, 49, 68, 70, 79, 82, 86, 91, 94, 97, 100, 103, 109, 129, 130, 133, 139, 167, 176, 188, 190, 192, 193, 203, 208, 219, 226, 230, 236, 239, 262, 263, 280, 291, 293, 301, 302, 310, 313, 319, 320, 326, 329, 331, 338, 356, 362, 365, 367, 368, 376, 379, 383, 386, 391, 392, 397, 404, 409, 440, 446, 464, 469, 478, 487, 490, 496. (Sequenza A007770 dell'OEIS).
Comportamento della sequenza
Se n non è felice, allora la sua sequenza non termina con 1. Ciò che accade è che la sequenza entra nel ciclo- 4, 16, 37, 58, 89, 145, 42, 20, 4, ...
- Nell'intervallo da 100 a 243, è il numero 199 a produrre il valore successivo più grande, 163.
- Nell'intervallo da 100 a 163, è il numero 159 a produrre il valore successivo più grande, 107.
- Nell'intervallo da 100 a 107, è il numero 107 a produrre il valore successivo più grande, 50.
Primi felici
Un primo felice è un numero felice che è anche primo. I primi felici più piccoli sono7, 13, 19, 23, 31, 79, 97, 103, 109, 139, 167, 193, 239, 263, 293, 313, 331, 367, 379, 383, 397, 409, 487 (Sequenza A035497 dell'OEIS)Si noti che tutti i numeri primi nella forma 10n + 3 e 10n + 9 sono felici.
A giugno 2007, il più grande primo felice conosciuto (che è anche il dodicesimo primo più grande conosciuto) è 4847 × 23321063 + 1. La sua espansione decimale ha 999.744 cifre. Tale numero è stato scoperto nel 2005 da Richard Hassler nell'ambito del progetto di calcolo distribuito Seventeen or Bust[1] [2], mentre Jens K. Andersen lo ha identificato come più grande primo felice conosciuto nel giugno 2007.
lunedì 12 settembre 2011
Harry's Bar
Il bar venne fondato nel 1931 da Giuseppe Cipriani.
Il nome del bar, come raccontò lo stesso Giuseppe Cipriani[2], deriva da quello del giovane studente americano Harry Pickering che, trasferitosi negli anni venti a Venezia con una zia per tentare di curarsi da un inizio di alcolismo, venne da questa piantato in asso con pochissimi soldi dopo un litigio. Giuseppe Cipriani, all'epoca barman nell'hotel in cui risiedeva l'americano, impietosito dalla vicenda prestò al giovane 10.000 lire, somma considerevole per l'epoca, per consentirgli di rientrare in patria. Qualche anno dopo, il giovane, guarito dall'alcolismo, tornò a Venezia e, rintracciato Cipriani, in segno di gratitudine gli restituì l'intera somma aggiungendovi 30.000 lire perché potesse aprire una sua attività in proprio. Cipriani decise quindi di chiamare il suo locale "Harry's Bar" in onore del suo benefattore, inaugurando la sua attività il 13 maggio 1931[2]
Il nucleo originale era un fondo di quarantacinque metri quadri, situato a ridosso di Piazza San Marco, all'imbocco della Calle Vallaresso dal lato del Canal Grande, nella stessa locazione attuale. All'epoca non era stato ancora costruito il ponte che consente il collegamento diretto con la Piazza e quindi il bar era posizionato in una strada senza uscita, cosa che Cipriani giudicò positiva perché così avrebbe avuto una clientela che sarebbe venuta lì apposta invece che clienti casuali
Il locale, che fungeva sia da bar che da ristorante, ebbe un immediato successo, soprattutto da parte di una clientela intellettuale e aristocratica, che all'epoca aveva in Venezia una delle sue mete privilegiate. Il primo (rimasto anche l'unico] libro degli ospiti contiene tra le altre le firme di Guglielmo Marconi, Arturo Toscanini, Georges Braque, Truman Capote, Charlie Chaplin, Peggy Guggenheim, Barbara Hutton, Somerset Maugham, Grégoire Hetzel, Barbara Carlotti, Orson Welles.
Il tipo di clienti che frequentavano il bar procurò anche qualche problema con le autorità fasciste dell'epoca, che lo vedevano con sospetto considerandolo un punto di incontro per omosessuali e ricchi ebrei. Quando il regime emanò le leggi razziali del 1938, Cipriani ricevette l'ordine di esporre il cartello di non ammissione degli ebrei, ordine che in qualche modo aggirò appendendo il cartello non all'ingresso del bar ma sulla porta della cucina
Durante la seconda guerra mondiale, il bar venne confiscato e trasformato in mensa per i marinai. Alla fine delle ostilità il bar riprese la sua attività regolare. Durante l'inverno tra il 1949 e il 1950 lo scrittore americano Ernest Hemingway divenne un cliente fisso, al punto da avere un tavolo personale esclusivo, stringendo anche un rapporto di amicizia con Cipriani. All'epoca stava finendo la stesura del suo romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi, in cui l'Harry's Bar è citato numerose volte.
Il nome del bar, come raccontò lo stesso Giuseppe Cipriani[2], deriva da quello del giovane studente americano Harry Pickering che, trasferitosi negli anni venti a Venezia con una zia per tentare di curarsi da un inizio di alcolismo, venne da questa piantato in asso con pochissimi soldi dopo un litigio. Giuseppe Cipriani, all'epoca barman nell'hotel in cui risiedeva l'americano, impietosito dalla vicenda prestò al giovane 10.000 lire, somma considerevole per l'epoca, per consentirgli di rientrare in patria. Qualche anno dopo, il giovane, guarito dall'alcolismo, tornò a Venezia e, rintracciato Cipriani, in segno di gratitudine gli restituì l'intera somma aggiungendovi 30.000 lire perché potesse aprire una sua attività in proprio. Cipriani decise quindi di chiamare il suo locale "Harry's Bar" in onore del suo benefattore, inaugurando la sua attività il 13 maggio 1931[2]
Il locale, che fungeva sia da bar che da ristorante, ebbe un immediato successo, soprattutto da parte di una clientela intellettuale e aristocratica, che all'epoca aveva in Venezia una delle sue mete privilegiate. Il primo (rimasto anche l'unico] libro degli ospiti contiene tra le altre le firme di Guglielmo Marconi, Arturo Toscanini, Georges Braque, Truman Capote, Charlie Chaplin, Peggy Guggenheim, Barbara Hutton, Somerset Maugham, Grégoire Hetzel, Barbara Carlotti, Orson Welles.
Il tipo di clienti che frequentavano il bar procurò anche qualche problema con le autorità fasciste dell'epoca, che lo vedevano con sospetto considerandolo un punto di incontro per omosessuali e ricchi ebrei. Quando il regime emanò le leggi razziali del 1938, Cipriani ricevette l'ordine di esporre il cartello di non ammissione degli ebrei, ordine che in qualche modo aggirò appendendo il cartello non all'ingresso del bar ma sulla porta della cucina
Durante la seconda guerra mondiale, il bar venne confiscato e trasformato in mensa per i marinai. Alla fine delle ostilità il bar riprese la sua attività regolare. Durante l'inverno tra il 1949 e il 1950 lo scrittore americano Ernest Hemingway divenne un cliente fisso, al punto da avere un tavolo personale esclusivo, stringendo anche un rapporto di amicizia con Cipriani. All'epoca stava finendo la stesura del suo romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi, in cui l'Harry's Bar è citato numerose volte.
Suem
118 (Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza - SSUEm 118 o più semplicemente Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica - SUEM 118) è il numero telefonico attivo in Italia per la richiesta di soccorso medico per emergenza sanitaria. È un numero unico nazionale, attivo 24 ore su 24 e sette giorni su sette, gratuito su tutto il territorio, sia da telefoni fissi che mobili.
È stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992 (Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza).
Il numero svolge il compito di unico referente nazionale per le emergenze sanitarie di ogni tipo. La gestione e l'organizzazione del servizio possono essere di competenza regionale (in forma di azienda sanitaria regionale autonoma)[1], provinciale oppure deputati alle singole Aziende Sanitarie Locali.
Bologna Soccorso era nata nel 1980, all'indomani della Strage della Stazione di Bologna, come Centrale Operativa Unica per il Soccorso ed il Trasporto. Il gruppo portava con sé la decennale esperienza del CePIS, un nucleo di ambulanze organizzato negli anni sessanta per coordinare il trasporto interospedaliero e poi emerso agli onori della cronaca per gli efficienti interventi mostrati nell'incidente ferroviario di Murazze di Vado (1978) e nella già citata Strage di Bologna.
Il gruppo di Bologna Soccorso mostrò grande professionalità in diverse occasioni, tra cui la Strage del Rapido 904 (1984) e la Strage dell'Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno del 6 dicembre 1990. La coordinazione degli interventi permise in entrambe queste occasioni un rapido ed efficiente soccorso, rendendo manifesta la necessità di adottare piani di intervento simili anche in altre città.
Nel 1990 Bologna Soccorso era ancora un nucleo indipendente, ma già rispondeva al numero 118. A partire dal 27 marzo 1992, con il già citato decreto a firma di Francesco Cossiga, furono costituite le centrali operative 118 anche in altre città, sulla base delle innovazioni introdotte a Bologna.
Questi punti di forza riguardavano principalmente la coordinazione delle varie associazioni di volontariato sanitario, i cui interventi venivano gestiti da un centro unico che impediva sovrapposizioni di interventi e incomprensioni; la gestione delle emergenze fu affidata a personale infermieristico appositamente preparato (con competenze di telecomunicazioni e informatica), mentre la parte medica venne affidata ad un medico responsabile.
A partire dal 1992 la centrale bolognese fu la prima totalmente informatizzata, che aumentò del 6% l'efficienza media a parità di personale.
La chiamata viene smistata automaticamente alla centrale operativa 118 più vicina al chiamante. In genere si tratta della centrale territorialmente competente, ma può accadere che ve ne sia un'altra più vicina. In questo caso, la centrale che risponde trasmetterà la richiesta di soccorso alla centrale 118 di competenza.
Nelle centrali operano medici, infermieri e tecnici con specifico addestramento; la procedura prevede una valutazione immediata del livello di gravità della chiamata. Il personale al momento della risposta:
Le domande, poste secondo il protocollo, riguardano principalmente:
Ad ogni grado di priorità è assegnato un colore:
Vi è anche il cosiddetto Codice Bianco, che indica l'assenza di urgenza, o viene usato nei casi in cui il paziente presenta lievi patologie, che dovrebbero essere viste dal medico curante. È detto anche priorità 1 o taxi sanitario, e può essere soggetto a ticket. Nei codici bianchi rientrano anche i trasporti senza emergenza per consentire al malato di effettuare terapie ospedaliere. Solo molto raramente viene effettuato dalle ambulanze del 118, e viene più frequentemente girato alle "croci" volontarie. Alcune organizzazioni usano il codice bianco anche per i trasporti rifiutati dal paziente. L'applicazione del codice bianco non è uniforme all'interno dei vari gruppi di assistenza, ed in alcuni può essere assente.
Esiste infine un ultimo codice, il Codice Nero. Viene dato solo a constatato decesso da parte di un medico (anche se, per ovvi motivi, chiunque può essere in grado di stabilire che una persona è morta quando è in avanzato stato di decomposizione, decapitazione, carbonizzata o sfracellamento del corpo; il medico è l'unica figura sanitaria abilitata a constatare legalmente un decesso) ed è un codice di solo rientro. Il defunto non può essere trasportato in ambulanza e si deve attendere l'autorizzazione dell'autorità per la rimozione dopo l'arrivo del medico legale. La rimozione di cadavere è, infatti, punibile a norma di legge. Una salma può essere trasportata in ambulanza solo se la persona è deceduta quando era già a bordo del mezzo stesso.
L'equipaggio dell'ambulanza riceve l'indirizzo, il nominativo del paziente ed un codice (che può riunire il codice di priorità ed altri dati come il tipo di intervento e la zona geografica), l'orario ed un numero identificativo del servizio. Solo nei casi più gravi vengono anche date informazioni personali sullo stato del paziente, poiché le comunicazioni via radio sono soggette a rischi riguardanti la privacy per quanto possibile.
Esistono tre tipologie di ambulanze:
In caso di incidenti stradali, la Centrale Operativa provvede ad allertare la Polizia Stradale o la Polizia Municipale per i rilievi e la gestione del traffico veicolare nel luogo del sinistro, e se necessario i Vigili del Fuoco per il soccorso tecnico. All'occorrenza il 118 può anche richiedere l'intervento delle squadre di soccorso alpino.
Arrivati sul posto, il personale sanitario procede alla valutazione dell'infortunato e, dopo le manovre di stabilizzazione/primo soccorso ed il caricamento (se ritenuto necessario), decide un codice di rientro e chiede la competenza dell'ospedale. Non sempre si viene inviati all'ospedale più vicino, in quanto la patologia del paziente può richiedere un ospedale con reparti più qualificati, come un centro traumatologico, pediatrico, oftalmologico e così via. All'arrivo in Pronto Soccorso, l'infermiere del triage rivaluta il paziente, e stabilisce il codice colore con cui sarà trattato nel reparto.
Nel caso sia necessario un trasporto rapido a grande distanza, o se la località dell'evento è difficilmente accessibile, può essere inviato l'elisoccorso, che trasporta medico, infermiere e un tecnico del verricello (oltre al pilota e al tecnico di volo) e che ovviamente possono caricare il paziente per trasferirlo nell'ospedale più adeguato.
Gli abusi includono le chiamate per eventi non accaduti (scherzi) o per informazioni generiche (numeri di telefono, indirizzi, ecc.), soprattutto se reiterati, mentre non è univoca la posizione sulle richieste di informazioni sanitarie o di consigli medici, accettate da alcune Centrali Operative e classificate come codici bianchi.[senza fonte]
Impedire o intralciare l'intervento di un mezzo di soccorso, ad esempio con il proprio veicolo parcheggiato in modo illecito, potrebbe comportare gravi conseguenze.
È stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992 (Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza).
Il numero svolge il compito di unico referente nazionale per le emergenze sanitarie di ogni tipo. La gestione e l'organizzazione del servizio possono essere di competenza regionale (in forma di azienda sanitaria regionale autonoma)[1], provinciale oppure deputati alle singole Aziende Sanitarie Locali.
Storia
Il primo nucleo 118 è nato a Bologna, il 1 giugno 1990 in occasione dei mondiali di calcio. Il nucleo fu costituito intorno ad uno dei gruppi di pubblica utilità che più si erano distinti per efficienza e organizzazione, Bologna Soccorso. In contemporanea il 118 è stato attivato ad Udine e copriva tutta la provincia, scelta come laboratorio dalla Regione FVG che, assieme all'Emilia Romagna, è stata quindi la prima regione ad attivare il servizio. In Italia quindi Bologna e Udine sono state le prime due zone nelle quali si è sperimentato il numero unico di chiamata 118.Bologna Soccorso era nata nel 1980, all'indomani della Strage della Stazione di Bologna, come Centrale Operativa Unica per il Soccorso ed il Trasporto. Il gruppo portava con sé la decennale esperienza del CePIS, un nucleo di ambulanze organizzato negli anni sessanta per coordinare il trasporto interospedaliero e poi emerso agli onori della cronaca per gli efficienti interventi mostrati nell'incidente ferroviario di Murazze di Vado (1978) e nella già citata Strage di Bologna.
Il gruppo di Bologna Soccorso mostrò grande professionalità in diverse occasioni, tra cui la Strage del Rapido 904 (1984) e la Strage dell'Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno del 6 dicembre 1990. La coordinazione degli interventi permise in entrambe queste occasioni un rapido ed efficiente soccorso, rendendo manifesta la necessità di adottare piani di intervento simili anche in altre città.
Nel 1990 Bologna Soccorso era ancora un nucleo indipendente, ma già rispondeva al numero 118. A partire dal 27 marzo 1992, con il già citato decreto a firma di Francesco Cossiga, furono costituite le centrali operative 118 anche in altre città, sulla base delle innovazioni introdotte a Bologna.
Questi punti di forza riguardavano principalmente la coordinazione delle varie associazioni di volontariato sanitario, i cui interventi venivano gestiti da un centro unico che impediva sovrapposizioni di interventi e incomprensioni; la gestione delle emergenze fu affidata a personale infermieristico appositamente preparato (con competenze di telecomunicazioni e informatica), mentre la parte medica venne affidata ad un medico responsabile.
A partire dal 1992 la centrale bolognese fu la prima totalmente informatizzata, che aumentò del 6% l'efficienza media a parità di personale.
Procedure
Nelle centrali operano medici, infermieri e tecnici con specifico addestramento; la procedura prevede una valutazione immediata del livello di gravità della chiamata. Il personale al momento della risposta:
- localizza l'evento, tramite un software gestionale dedicato dotato di modulo cartografico (sistema informativo geografico).
Per permettere un soccorso efficiente è necessario che vengano forniti tutti i dati necessari a raggiungere il punto dell'emergenza, evitando confusioni tra località omonime o assonanti; - valuta la gravità dell'evento, ponendo alcune domande semplici al chiamante, e attribuisce all'emergenza una priorità di intervento;
- invia i mezzi di soccorso idonei all'emergenza e al suo livello di priorità. I mezzi più comuni sono le ambulanze, l'automedica o l'intervento di elisoccorso.
Le domande, poste secondo il protocollo, riguardano principalmente:
- Dove è il luogo dell'emergenza: vanno indicati il comune, la via e il numero civico più vicino. Se necessario, bisogna segnalare eventuali difficoltà sul percorso che potrebbero ostacolare i soccorsi. Se disponibili, e se richieste dall'operatore, potrebbero risultare utili, specialmente per l'intervento dell'elicottero, le coordinate (latitudine, longitudine) rilevate dal GPS
- Cosa è successo: il chiamante deve dare in modo sintetico tutte le informazioni di cui è a conoscenza, specificando:
- Tipologia dell'evento avvenuto
- Livello di coscienza della vittima e se la vittima ha respiro e circolo o meno.
- Descrizione della scena e dettagli come presenza di persone incastrate, principi di incendio, sostanze chimiche o pericolose, edifici pericolanti, intralcio al traffico...
- Identificazione del chiamante: viene verificata l'autenticità della chiamata. Il passaggio può essere omesso laddove vi sia la possibilità di identificare il chiamante tramite il numero di telefono o dove siano presenti i sistemi di riconoscimento automatico del chiamante.
- Recapito telefonico: può essere richiesto (nel caso non sia disponibile automaticamente) per eventuali contatti da parte della Centrale Operativa in caso di necessità, richiesta di chiarimenti o di comunicazioni.
I codici di priorità
Ogni richiesta è trattata secondo uno schema di codici di priorità, con la tecnica del Triage. L'evasione delle richieste non segue l'ordine cronologico delle telefonate, ma dà maggiore urgenza alle chiamate dove il rischio per l'interessato è maggiore.Ad ogni grado di priorità è assegnato un colore:
- Codice Verde: è il codice di priorità minore, e viene usato nel caso in cui non siano compromesse le funzioni vitali del paziente. Tipici codici verdi sono piccole lesioni, dolori o patologie in cui il paziente è comunque stabile.
- Codice Giallo: in caso la condizione del soggetto sia a rischio, ed il paziente non sia quindi stabile. Una forte dispnea ovvero difficoltà respiratoria, emorragie, ustioni di secondo grado non troppo estese o sospette lesioni ad organi interni sono solitamente codici gialli.
- Codice Rosso: indica la massima urgenza. Il paziente ha una o più funzioni vitali compromesse, quindi è incosciente, o in arresto respiratorio o cardiocircolatorio. Secondo nuove direttive, anche il dolore toracico irradiato in una persona cosciente è dato come codice rosso per sospetto infarto del miocardio.
Vi è anche il cosiddetto Codice Bianco, che indica l'assenza di urgenza, o viene usato nei casi in cui il paziente presenta lievi patologie, che dovrebbero essere viste dal medico curante. È detto anche priorità 1 o taxi sanitario, e può essere soggetto a ticket. Nei codici bianchi rientrano anche i trasporti senza emergenza per consentire al malato di effettuare terapie ospedaliere. Solo molto raramente viene effettuato dalle ambulanze del 118, e viene più frequentemente girato alle "croci" volontarie. Alcune organizzazioni usano il codice bianco anche per i trasporti rifiutati dal paziente. L'applicazione del codice bianco non è uniforme all'interno dei vari gruppi di assistenza, ed in alcuni può essere assente.
Esiste infine un ultimo codice, il Codice Nero. Viene dato solo a constatato decesso da parte di un medico (anche se, per ovvi motivi, chiunque può essere in grado di stabilire che una persona è morta quando è in avanzato stato di decomposizione, decapitazione, carbonizzata o sfracellamento del corpo; il medico è l'unica figura sanitaria abilitata a constatare legalmente un decesso) ed è un codice di solo rientro. Il defunto non può essere trasportato in ambulanza e si deve attendere l'autorizzazione dell'autorità per la rimozione dopo l'arrivo del medico legale. La rimozione di cadavere è, infatti, punibile a norma di legge. Una salma può essere trasportata in ambulanza solo se la persona è deceduta quando era già a bordo del mezzo stesso.
Intervento
Una volta accolta la chiamata, l'infermiere della Centrale Operativa passa la scheda dati ad un operatore radio, che sceglie il mezzo più idoneo disponibile della zona di competenza (o la più vicina al luogo dell'incidente) alla quale passare il servizio.L'equipaggio dell'ambulanza riceve l'indirizzo, il nominativo del paziente ed un codice (che può riunire il codice di priorità ed altri dati come il tipo di intervento e la zona geografica), l'orario ed un numero identificativo del servizio. Solo nei casi più gravi vengono anche date informazioni personali sullo stato del paziente, poiché le comunicazioni via radio sono soggette a rischi riguardanti la privacy per quanto possibile.
Esistono tre tipologie di ambulanze:
- Mezzo di soccorso di base (MSB): Con a bordo solo soccorritori.
- Mezzo di soccorso intermedio (MSI): oltre ai soccorritori prevede nell'equipaggio un infermiere.
- Mezzo di soccorso avanzato (MSA), detto anche ambulanza medicalizzata: nell'equipaggio sono compresi uno o due soccorritori (di cui uno autista), un infermiere e un medico, spesso anestesista-rianimatore, provenienti dai reparti di pronto soccorso o direttamente dalla centrale operativa..
In caso di incidenti stradali, la Centrale Operativa provvede ad allertare la Polizia Stradale o la Polizia Municipale per i rilievi e la gestione del traffico veicolare nel luogo del sinistro, e se necessario i Vigili del Fuoco per il soccorso tecnico. All'occorrenza il 118 può anche richiedere l'intervento delle squadre di soccorso alpino.
Arrivati sul posto, il personale sanitario procede alla valutazione dell'infortunato e, dopo le manovre di stabilizzazione/primo soccorso ed il caricamento (se ritenuto necessario), decide un codice di rientro e chiede la competenza dell'ospedale. Non sempre si viene inviati all'ospedale più vicino, in quanto la patologia del paziente può richiedere un ospedale con reparti più qualificati, come un centro traumatologico, pediatrico, oftalmologico e così via. All'arrivo in Pronto Soccorso, l'infermiere del triage rivaluta il paziente, e stabilisce il codice colore con cui sarà trattato nel reparto.
Nel caso sia necessario un trasporto rapido a grande distanza, o se la località dell'evento è difficilmente accessibile, può essere inviato l'elisoccorso, che trasporta medico, infermiere e un tecnico del verricello (oltre al pilota e al tecnico di volo) e che ovviamente possono caricare il paziente per trasferirlo nell'ospedale più adeguato.
Questioni legali
Obbligo di soccorso
Le associazioni che operano nel settore invitano i cittadini non esperti in materia di pronto soccorso ad assolvere l'obbligo di soccorrere gli infortunati tramite la chiamata al 118 anziché intervenendo direttamente. Interventi maldestri effettuati da persone non competenti possono infatti risultare assai pregiudizievoli sia per l'infortunato (aggravando le lesioni da questi subite e provocando danni ulteriori) sia per il soccorritore improvvisato, che resta pienamente responsabile - sotto il profilo civile e penale - di eventuali danni causati all'infortunato stesso.[2]Abusi del servizio
Le telefonate ricevute dal servizio sono registrate, e nella maggior parte delle Centrali Operative 118 è attiva la visualizzazione del numero telefonico del chiamante (anche se mascherato dall'utente). L'abuso del servizio è sanzionato secondo l'articolo 658 del Codice Penale, per il reato di procurato allarme presso l'Autorità: chi disturba l'operato del servizio può incorrere in una pesante sanzione amministrativa, oppure fino a sei mesi di reclusione.Gli abusi includono le chiamate per eventi non accaduti (scherzi) o per informazioni generiche (numeri di telefono, indirizzi, ecc.), soprattutto se reiterati, mentre non è univoca la posizione sulle richieste di informazioni sanitarie o di consigli medici, accettate da alcune Centrali Operative e classificate come codici bianchi.[senza fonte]
Status speciale per i mezzi di emergenza
L'uso di segnalatori acustici e luminosi per i mezzi di soccorso, che deve necessariamente essere congiunto[3], è stabilito dall'art. 177 del Codice della strada, che al comma 1 dà la facoltà ai mezzi di soccorso di usare la sirena e i lampeggianti (solitamente i dispositivi prioritari sono attivi nelle missioni con codice triage giallo o rosso)[4], e ai comma 2 e 3 obbliga i veicoli in marcia sulla stessa strada a lasciare il passo.Impedire o intralciare l'intervento di un mezzo di soccorso, ad esempio con il proprio veicolo parcheggiato in modo illecito, potrebbe comportare gravi conseguenze.
7
Chimica
- È il numero atomico dell'azoto (N).
- Sette sono i termini della scala di fusibilità dei minerali di Kobell: stibnite, natrolite, almandino, actinoto, adularia, bronzite, quarzo.
- Sette sono gli elementi del 1º Gruppo del Sistema Periodico: idrogeno, litio, sodio, potassio, rubidio, cesio, francio.
- Sette sono le classi di simmetria dei sistemi cristallini: cubico, esagonale, tetragonale, trigonale, rombico, monoclino e triclino.
Fisica
- Sette sono i colori dell'arcobaleno, ovvero il numero di bande di frequenza in cui viene convenzionalmente suddiviso lo spettro visibile: giallo, arancione, rosso, verde, blu, indaco e violetto.
- Le grandezze Fisiche si dividono in 7 grandezze base:
- Grandezza fisica scalare,
- Grandezza fisica vettoriale,
- Grandezze in eccesso,
- Grandezza parziale molare,
- Grandezze residue,
- Proprietà fisica,
- Unità di misura.
- Sette sono le unità fondamentali del S.I. (sistema Internazionale):
- lunghezza (metro),
- massa (chilogrammo),
- tempo (secondo),
- corrente elettrica (Ampere),
- temperatura termodinamica (Kelvin),
- quantità di sostanza (mole),
- intensità luminosa (Candela).
Astronomia
- Sette sono i cieli dell'antichità, ciascuno corrispondente ad un pianeta: Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno.
- L'ammasso aperto delle Pleiadi conta tradizionalmente sette stelle; con una vista perfetta e un cielo buio se ne percepisce qualcuna in più.
- "7 Iris" è il nome di un asteroide battezzato così in onore della dea Iris, personificazione dell'arcobaleno.
- Sette sono le stelle più luminose delle costellazioni dell'Orsa maggiore e dell'Orsa minore.
- L'oggetto numero 7 del Catalogo di Messier (M7) è l'Ammasso di Tolomeo
Geografia
- Sette sono i colli di Roma: Aventino, Campidoglio, Viminale, Palatino, Quirinale, Celio ed Esquilino.
- Sette sono i mari secondo l'antica suddivisione dei Greci: Mar Egeo, Mar Nero, Mar di Marmara, Mar Ionio, Mar Rosso, Mar Tirreno, Mar Mediterraneo orientale.
- Sette sono i comuni dell'altopiano di Asiago: Asiago, Rotzo, Roana, Gallio, Foza, Enego e Lusiana.
- Sette sono i continenti: Asia, Africa, Europa, America settentrionale, America meridionale, Antartide, Oceania.
- Sette sono gli Emirati Arabi: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujayrah, Ras al Khaimah, Sharjah e Umm al Qaiwain.
- Sette sono le isole Eolie maggiori: Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli, Panarea, Alicudi e Filicudi.
- Sette sono le isole Canarie maggiori: Tenerife, Fuerteventura, Gran Canaria, Lanzarote, La Palma, La Gomera ed El Hierro.
- Sette sono le isole dell'arcipelago della Maddalena: La Maddalena, Caprera, Spargi, S. Stefano, Santa Maria, Budelli, Razzoli.
Biologia
- Sette sono i muridi (sottofamiglia della famiglia dei topi):
- Sette sono le ossa del tarso nel piede umano: calcagno, astragalo, scafoide, cuboide, tre cuneiformi.
- Sette sono le vertebre cervicali
- Sette sono le famiglie di Sciuromorfi, un sottordine dei roditori: Castoridi, Eteromidi, Geomidi, Sciuridi, Aplodontidi, Pedetidi e Anomaluridi.
Simbologia
Numerologia
Nei primi sistemi di numerazione, finalizzati al calcolo in base sessanta, il numero sette è il primo numero per cui non si può dividere in parti esatte la base del sistema di numerazione.Nelle tradizioni mistiche antiche aveva un forte significato simbolico.
Religione
- Sette erano le fanciulle e i fanciulli che venivano offerti dalla città di Atene a Minosse.
- Sette sono le virtù: 3 teologali (fede, speranza, carità) e 4 cardinali (giustizia, temperanza, prudenza, fortezza).
- Sette sono i peccati capitali: gola, accidia, superbia, avarizia, invidia, ira e lussuria.
- Sette sono i bracci del candelabro ebraico Menorah.
- Sette sono gli attributi fondamentali di Allah: vita, conoscenza, potenza, volontà, udito, vista e parola.
- Sette sono gli Dei della felicità del buddhismo e dello shintoismo:
- "Sette" è il numero buddhista della completezza.
- Sette sono i doni dello Spirito Santo nel Cristianesimo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio.
- Sette sono i principali Arcangeli del Cristianesimo (nel Cattolicesimo 4, tra cui Uriel che non è mai menzionato): Michael, Raphael, Gavriel, Uriel, Raguel, Bardiel, Zedkiel, Jophiel
- Sette sono i libri dell'Eptateuco nella Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè, Giudici.
- Sette sono le divinità mitologiche identificate dalla Cabala ebraica
- Sette sono state le piaghe d'Egitto secondo una nuova interpretazione traducendo "piaga" in "colpi" dall'ebraico, alcuni versetti riportano solo sette "colpi" magari ricordando quelle più significative, ma comunque sono dieci "piaghe" (colpi, punizioni) nella Bibbia.
- Sette sono i Sacramenti del cristianesimo cattolico romano: Battesimo, Cresima (o Confermazione), Eucaristia, Penitenza, Unzione dei malati, Ordine Sacro, Matrimonio.
- Sette sono le chiese dell'Asia dedicatarie dell'Apocalisse (Ap1:4). Queste Chiese sono le destinatarie di 7 lettere (contenute nei cap. 2 e 3), e sono: Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia, Laodicea.
- Sette sono i Sigilli la cui rottura annuncerà la fine del mondo, seguita dal suono di 7 trombe suonate da 7 Angeli, quindi dai 7 Portenti e infine dal versamento delle 7 Coppe dell'ira di Dio (Giovanni, Apocalisse)
- Sette erano i veli della danza di Salomè.
- Sette sono le opere di misericordia.
- Sette sono i dolori di Maria.
- Sette sono i Rishi (saggi o profeti nella tradizione indiana) dell'Induismo.
- Sette sono i chakra (punti caratteristici del corpo umano):
- Muladhara (tra osso sacro e coccige, verso dietro)
- Svadisthana (tra II vertebra lombare e osso sacro, verso avanti)
- Manipura (plesso solare)
- Anatha (cuore)
- Vishudda (gola)
- Anja (terzo occhio, fronte)
- Sahasrara (fontanella)
Storia
- Sette sono gli Apkallu (saggi di ascendenza divina nella tradizione mesopotamica)
- Sette sono i saggi filosofi greci.
- Sette sono le meraviglie del mondo antico e moderno.
- Sette sono gli anni di differenza tra Arcadio e Onorio, figli di Teodosio I e primi reggenti dell'Impero romano d'oriente e d'occidente.
- Sette sono gli storici Re di Roma: Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo.
- Sette sono i cosiddetti Papi Avignonesi: papa Clemente V, papa Clemente VI, papa Giovanni XXII, papa Gregorio XI, papa Urbano VI, papa Benedetto XIII, papa Clemente VII.
- Le battaglie dei Sette Giorni si svolsero dal 25 giugno al 1º luglio 1862 in Virginia, durante la Guerra di secessione americana.
- La Guerra dei sette anni si svolse tra il 1756 e il 1763.
Mitologia
- Sette sono le Pleiadi, mitologiche figlie di Atlante e Pleione, figlia di Oceano: Elettra, Maia, Taigeta, Alcione, Celeno, Asterope e Merope.
Alchimia
- Sette sono i metalli simbolici del percorso di trasmutazione alchemica: piombo, ferro, stagno, rame, mercurio, argento, oro.
Arte
- Sette sono le arti liberali: grammatica, retorica e dialettica (che costituivano il trivio) più aritmetica, geometria, astronomia e musica (quadrivio).
Smorfia
- Nella Smorfia il numero 7 è il vaso da notte.
Giochi
- Sette sono i semi del gioco del Mah-jongg: bambù, cerchi, caratteri, draghi, venti, fiori, stagioni.
- Nel gioco della scopa con le carte da gioco napoletane il sette con seme ori/denari è chiamato Settebello ed è l'unica carta a valere da sola 1 punto di mazzo. Inoltre contribuisce anche agli altri tre punti di mazzo (primiera, ori/denari, carte allungo).
- Sette e mezzo è un gioco di carte.
- Il comune dado da gioco ha le facce disposte in modo tale che la somma dei numeri delle facce opposte sia sempre 7 (Es. 1 opposto al 6, 4 opposto al 3, 5 opposto al 2).
Convenzioni
- Sette sono i principi della Croce Rossa Italiana: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unità, universalità.
- Ogni 7 anni si celebrava l'anno sabbatico.
- I pezzi che compongono il Tangram, antico rompicapo cinese.
Calendario
- Sette sono i giorni della settimana
- Sette sono i mesi di 31 giorni: gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, ottobre, dicembre.
Linguaggio
- Sette sono i simboli usati per esprimere i numeri romani: I, V, X, L, C, D, M.
- Sette sono le vocali della lingua italiana (anche se, scrivendole, sembrano cinque, pronunziandole sono sette diversi suoni): "a", "è", "é", "i", "ò", "ó", "u".
Proverbi
- Sette sono le proverbiali vite di un gatto.
- "Sudare sette camicie" significa sottoporsi ad uno sforzo molto intenso.
- Sette sono gli anni di sfortuna quando si rompe uno specchio.
- Essere al settimo cielo.
] Economia
- Sette sono le sette sorelle (compagnie petrolifere).
- Sette sono i tagli delle banconote Euro: 5, 10, 20, 50, 100, 200, 500.
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