Tu non le puoi vedere.
Io sì.
Terse, rotonde, tiepide …
Lentamente vanno al loro destino,
lentamente per indugiare più a lungo sulla tua carne.
Vanno verso il nulla.
Non sono che questo.
Il loro scorrere è una traccia verticale che si cancella subito, astri? …
Tu non le puoi baciare.
Le bacio io per te.
Hanno un sapore: sanno dei succhi del mondo,
che gusto nero e denso di terra, di sole, di mare!
Restano un istante nel bacio,
indecise fra la tua carne fredda o le mie labbra …
Infine io le prendo,
e non so se erano davvero per me,
perché io non so nulla …
Sono stelle o segni? Sono condanne o aurore?
Né guardando, né coi baci ho imparato che cosa erano,
ciò che vogliono resta là,
indietro,
tutto ignoto …
E così pure il loro nome …
Se le chiamassi Lacrime nessuno capirebbe.
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